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Henry Bergson e la teoria del tempo

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La riflessione di Henry Bergson inizia a fine ottocento, la filosofia di questo periodo era orientata in reazione al positivismo. Punto centrale del suo pensiero è il problema del tempo; da subito si oppone all'idea di tempo fisico-matematico, che si era affermata sia in campo scientifico, sia nella psicologia sperimentale. Scrive a questo proposito "Saggio sui dati immediati della coscienza" (1889) e "Durata e simultaneità"  (1922); in quest'ultimo critica apertamente il concetto di tempo della teoria della relatività einsteniana. Per Bergson l'idea di tempo 'scientifico', omogeneo e reversibile, quantitativo e calcolabile, che si limita a riprodurre l'idea dello spazio geometrico, deve essere rifiutata poiché totalmente inadeguata in quanto ciò che viene misurato non è l'intervallo di tempo in sé, ma solo una porzione di spazio. Questo porta al fatto che " se tutti i movimenti dell'universo si producessero due o tre volte più r