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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Le vie di liberazione dal dolore dell'esperienze

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Quando il soggetto arriva a capire che l'esistenza della vita è la volontà, diventa capace di intraprendere il percorso della propria redenzione. Per Schopenhauer questo può essere fatto grazie all'arte, alla morale e all'ascesi, che sciolgono l'essere umano dai bisogni. L'esperienza estetica L'uomo riesce a dimenticare se stesso e il proprio dolore, quando l'arte diventa contemplazione ovvero conoscenza disinteressata, fuori dal tempo e dallo spazio. Infatti, è proprio il rapporto interessato con il mondo a far alimentare continuamente la volontà.   L'arte ci fa vedere la realtà nella sua dimensione ideale e rappresenta un 'quietivo' per la volontà. Per Schopenhauer come per Aristotele la tragedia , che contiene dolore, libera l'uomo da esso. Rende il dolore universale e fa riflettere il proprio dolore in quello degli altri. La musica è del tutto indipendente dal mondo e dai fenomeni, al punto che potrebbe sussistere anche se il

Il mondo come volontà

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Il corpo come chiave di accesso alla verità Per Schopenhauer l'uomo oltre ad essere il soggetto della conoscenza è anche un soggetto corporeo. Il corpo infatti ha una duplice valenza: da una parte è l'oggetto degli oggetti che non si sottomette alla rappresentazione, ma appartiene al mondo fenomenico, è anche la sede dove si manifesta una forza irriducibile della rappresentazione, che sfugge a ogni determinazione causale: la volontà. Infatti, attraverso il corpo sentiamo la volontà di vivere, un impulso che ci spinge a esistere. La volontà di vivere come essenza dell'universo Schopenhauer afferma che le attività umane sono manifestazione della volontà di vivere, per esempio l'impulso che ci spinge a mangiare o il desiderio sessuale, a tal proposito il filosofo approfondisce e afferma che l'uomo ha il desiderio di prolungare l'esistenza individuale oltre il suo limite naturale. In conclusione l'essenza del essere umano è volontà di autoconservazi

Il mondo come rappresentazione

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Il superamento di realismo e idealismo Dire che il mondo è una mia rappresentazione significa avere la consapevolezza che non è possibile sapere che le cose siano in sé stesse ma soltanto come esse si presentano nella mia esperienza, cioè in relazione ai miei organi di senso. Il mondo non esiste se non nel rapporto tra soggetto e oggetto che caratterizza la rappresentazione, il che vuol dire che il soggetto e l'oggetto non possono sussistere indipendentemente l'uno dall'altro. Schopenhauer critica sia il realismo che l'idealismo, in quanto il realismo riduce il soggetto all'oggetto e l'idealismo risolve l'oggetto nel soggetto. Per Schopenhauer nessuno tra il soggetto e l'oggetto può prevalere l'uno sull'altro: la conoscenza è data dall'unione di entrambi intesi come componenti indissolubili della rappresentazione.  Per Schopenhauer tutte le cose sono 'fenomeni' in quanto esse si identificano con la realtà che è elaborata

Schopenhauer: rappresentazione e volontà

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Il contesto di vita Arthur Schopenhauer nasce in Polonia nel 1788, in una ricca famiglia borghese. La situazione privilegiata in cui nasce gli consente di viaggiare molto e conoscere paesi e ambienti stimolanti sul piano umano e culturale. La sua naturale tendenza a chiudersi in se stesso viene accentuata dai lunghi viaggi accrescendo in lui una visione pessimistica della vita. I temi dominanti delle sue meditazioni sono la morte, il mistero dell'eternità e lo smarrimento davanti alla maestosità e potenza della natura. Dopo la morte del padre, grazie alla madre si avvicina agli studi classi , in particolare alla filosofia e all 'arte greca . I modelli culturali  Ad  attirare maggiormente il suo interesse sono i filosofi Platone e Kant. Platone lo affascina perchè risponde al bisogno di evadere dalla prigionia delle cose sensibili e sollevars i al mondo delle idee. Kant invece diventa il suo punto di riferimento in qu anto in lui trova una lucida critica al realismo,

Umberto Galimberti - racconta Schopenhauer

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Schopenhauer (1788-1860)  si dichiarava inattuale per il suo tempo, scrive infatti per i posteri convinto che qualcuno in futuro avrebbe compreso il suo pensiero.   A causa del lavoro del padre viaggia molto da giovanissimo. Dopo la sua morte si stabilisce con la madre a Weimar, qua si dedica allo studio e in un caffè conosce Gothe. Prima opera → "il mondo come realtà e rappresentazione" - carattere pessimistico e anti idealistico, per questo ebbe un pessimo seguito dalla critica. ricevette comunque un premio che lo incoraggio ad andare avanti a scrivere. Seconda opera  → rielabora diversamente i concetti già espressi nel suo primo libro ed ebbe grande successo Egli sostiene che il nostro io non governa la nostra esistenza, ma noi siamo governati da una forza irrazionale che è la forze e la potenza della natura.  Sostiene una doppia soggettività:  Illusoria: creata dal nostro io - mondo di inganni  Specie: ciò che ci governa per garantire la sua sopravvivenza  L