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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

L'Idealismo Estetico di Schelling

La filosofia di Schelling viene definita un idealismo oggettivo ed estetico . Il termine idealismo indica genericamente in filosofia quella tendenza a risolvere la realtà nell’idea.  L’idealismo di Schelling viene, poi, definito oggettivo per l’attenzione da questi rivolta alla natura ed estetico per essersi soffermato in particolar modo sull’arte.Shelling critica Fichte per aver subordinato la natura all’io e per aver completamente trascurato l’arte, elementi che, invece, ricorrono nella filosofia di Spinoza , il cui torto è quello di negare la libertà umana. Schelling unisce il principio di infinità soggettiva di Fichte a quello di infinità oggettiva di Spinoza nell’ Assoluto , che definisce come unità indifferenziata di soggetto e oggetto, spirito e natura, conscio e inconscio, ideale e reale. Da qui le due direzioni che la filosofia di Schelling può intraprendere: la filosofia della natura , che mostra come la natura si risolva nello spirito, e la filosofia dello spirito

I capisaldi del sistema hegeliano

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Hegel La razionalià del reale Per comprendere a pieno il pensiero di Hegel bisogna chiarire tre concetti che costituiscono i cardini del suo complesso sistema filosofico. Essi sono:  La convinzione della razionalità del reale; L'idea che la verità coincide con l'intero, il "Tutto"; La concezione dialettica della realtà e del pensiero. Il primo concetto dichiara che "ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale". Cioè la realtà coincide con la realizzazione e il dispiegarsi progressivo di un principio razionale: lo spirito , definito anche " idea " o " assoluto ". La realtà coincide con la ragion una concezione che segna la distanza tra Hegel e gli illuministi. Per questi ultimi infatti il compito della filosofia è quello di condizionare e modificare in senso razionale la realtà, sostanzialmente caotica. Per Hegel, invece, la filosofia non ha un compito "prescrittivo" ma "descrittivo" ,

La fenomelogia dello spirito

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Nel 1807 Hegel scrive “ La Fenomenologia dello spirito” , con quest’opera si dispacca dal pensiero di Shelling. Ha così inizio la sua fase di maturità nella quale descrive le manifestazione attraverso cui lo spirito giunge a comprendere sé stesso. Descrive quindi il percorso che deve seguire la coscienza umana per raggiungere lo Spirito universale e la coscienza dell’identità pensiero/realtà. A ll'interno della Fenomenologia si presentano tre diverse tappe della vita dello spirito nel suo percorso verso il sapere assoluto. La prima fa se è quella della conoscenza, essa conquista la consapevolezza si sé e della propria funzione costitutiva del senso delle cose. Questo è il momento in cui l'uomo comincia  formarsi una prima idea di sé e del mondo. Come un insieme di soggetti e oggetti, un universo popolato da cose e da persone che sono indipendenti l'una dalle altre e intrattengono vari generi di rapporti. In questa fase la coscienza non ha nessun sospetto che il m

L'idealismo etico di Fichte

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Fichte sostiene che l'Io è un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti: tesi : l'io pone se stesso.  L'Io si rivela come attività autocreatrice che ha immediata e intuitiva consapevolezza di sè (è autocoscienza ). Nella filosofia aristotelica il principio su cui si fondava la scienza era quello di non contraddizione: «A ≠ non A» (A è diverso da non A). La filosofia moderna e la stessa filosofia kantiana pongono invece l'accento sul principio di identità: «A = A» (A è uguale ad A). Fichte afferma che entrambi i principi sono però da giustificare, in quanto derivano a loro volta da uno più generale: l'Io. Se non ci fosse l'Io infatti, non sarebbe possibile affermare i primi due principi. È l'io che pone il legame logico A = A, e che quindi pone lo stesso A, mentre l'Io non è posto da nessun altro se non da sé medesimo. Poiché è condizionato solo da sé, l'Io si auto pone affermando «Io = Io». La concezione comune ci farebbe pensar